AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
GIORGIO NAPOLITANO

…..” recuperare fiducia in noi stessi e negli altri…..abbiamo assoluto bisogno di rigenerare la politica …………”

Signor Presidente mi ha fatto sognare e, da vecchio “campanelliano”, mi ha fatto rivisitare un libro a me caro : “La Città del Sole “. Oggi occorrerebbe, per rigenerare la politica ,costruire la politica affinchè la sovranità popolare, emarginata ed umiliata dal nefasto periodo berlusconbossiano ritorni ad essere una realtà e non un mito ideologico mistificatore.
Non può “rigenerare “ la politica chi ha operato, in questi ultimi dieci anni, nella passività e nella irresponsabilità ,considerandola luogo di scambio di consenso politico contro assistenza, comodità, favori.
Per troppi politici la politica continua ad essere la continuazione della propria vita privata con … altri mezzi.
Caro Signor Presidente, quale rifondazione della politica è possibile se dalle istituzioni democratiche è stata esclusa la partecipazione della società civile costretta alla emarginazione ed a ricorrere “ giustamente “ alla piazza.
Una mutazione profonda e significativa, una “ rifondazione della politica” come lei ha auspicato, Signor Presidente, esige la sostituzione di una vecchia classe dirigente politica – ormai transitata sotto tutte le bandiere - ed un radicale rinnovamento dei partiti e, forse, entrambe le cose insieme. Le idee camminano sulle gambe degli uomini e gli uomini sono molto vecchi per cambiare idee! Non è,infatti, di questa classe politica riconoscere questa verità elementare e ad agire di conseguenza.
Quali partiti accetterebbero oggi modificazioni
rilevanti della politica se è evidente il “ripudio”
di una seria presa di coscienza che sarebbe necessaria anche per porvi rimedio alla attuale situazione? E’ una situazione che guardata con freddezza e realismo non permette ottimismi! E’ molto debole la presa di coscienza di ciò che sarebbe necessario per porvi rimedio.
Alla vita pubblica italiana è stata, da una deprecabile politica doroberlusconiana , deliberatamente imposta la lottizzazione e praticato, persino nella alta sede parlamentare,lo scambio tra consenso e favori.
Questa politica ,finchè non sarà contrastata in misura energica da “forze adeguate “, non può che evolvere verso equilibri sempre più bassi di

inefficacia e di corruzione con il prolungarsi di una crisi generale che è lontana dal trovare un punto di svolta e di ripresa.
Forse, Signor Presidente, l’accrescere del “ voto dell’astensione “ può rappresentare un aspetto positivo quale manifestazione di razionalità e di possibili future iniziative.
I problemi per una “ rifondazione della politica” sarebbero tanti e nel nostro Paese esistono grandi risorse di moralità e di intelligenze ma, questi partiti ,non consentono loro di diventare “visibili”. Ancora pretende di rimanere alla guida del Paese chi ha fatto scempio dei criteri-valori della Costituzione - notare Bossi e Berlusconi - e , purtroppo, anche settori molto larghi della nostra stessa società che scopriamo, per merito della Magistratura e della Forze dell’Ordine, essere “ associati” a questo costume di cui apprezzano di più i benefici particolari che ne traggono < P2 P3 P4 corruzione, amoralità, totale assenza di etica >.
Come poter , Signor Presidente , fare invertire la marcia a questi detentori del potere e far capire loro che al centro di una “rifondazione della politica “ sarebbe prioritario il confrontarsi sui programmi e non sugli interessi personali…..?
“ RIFONDARE LA POLITICA “ è non dirsi diversi ma esserlo e lei sa, Signor Presidente, che “ il vino nuovo ha bisogno di otri nuove”.
La “ RIFONDAZIONE DELLA POLITICA “ non si misura nelle parole incomprensibili e quasi “segrete” scritte sulla carta ma nella dimensione dei fatti che li seguono nella pratica.
Signor Presidente a conclusione di questa mia non posso non ricordare un mio
“ Maestro “ di vita e di politica : DOSSETTI che lasciò la politica illustrando la tesi che non fosse da noi possibile un serio impegno riformatore.
Forse, Signor Presidente, bisogna pregare, pregare tanto San Pietro, perché spalanchi ,a quelli del “ sedere di pietra “ , il portone del celestiale Paradiso anche se penso che sarebbero in pochi quei politici cattolici vatican-curiali a poterlo varcare. Ma per quelli faremo appello a Dante perché indichi loro qualche girone dell’inferno !
Sergio Scarpino